I comportamenti cosiddetti “a rischio” sono più frequenti nella adolescenza che, come è noto, è una fase evolutiva molto difficile e complessa, in cui si verificano rapide modificazioni fisiche, sessuali, psicologiche, cognitive e sociali, alle quali l'adolescente deve in qualche modo adattarsi.
Lo sviluppo della propria identità si realizza attraverso la ricerca di nuovi valori e nuove identificazioni al di fuori della famiglia, ecco quindi che il gruppo dei coetanei diventa un'istanza autorevole.
Il gruppo funziona come luogo di apprendimento, di sperimentazione e di controllo delle azioni individuali, di confronto e valutazione delle diverse componenti che concorrono a costruire il concetto di sé dell’adolescente.
E non solo!
Il gruppo offre accoglienza, protezione e riconoscimento per la nuova identità che essi vanno formando: ciò aiuta a non sentirsi più soltanto figli o allievi ma individui liberi di sperimentare nuove regole, nuovi modi di stare in relazione, nuove dimensioni quali l'autonomia, l'espressività, l'affettività, la sessualità, la creatività, l'affermazione personale. Il gruppo dei pari è insomma un ambiente aperto in cui è più facile esprimersi e trovare le forme per esprimere la propria personalità, anche contestando il mondo degli adulti. Nel gruppo l'adolescente può mettersi alla prova in quelle nuove dimensioni e bisogni del sé che stanno affiorando alla sua coscienza e che all'interno della famiglia e della scuola è spesso difficile, se non impossibile, agire e soddisfare, a causa di un sistema di ruoli e gerarchie spesso rigido e poco disponibile alle novità.
Nel gruppo chiunque ha il diritto di esprimere il proprio pensiero, di manifestare più lati di sé e di mettere in discussione assetti e regole. Questo non significa che il gruppo non abbia delle regole, è vero anzi il contrario. Esistono regole ben precise che permettono di distinguere un gruppo da un altro (si pensi ai diversi modi di vestire, parlare e trascorrere il tempo). L'accettazione nel gruppo dei pari passa quindi attraverso regole rigide ed influenza in modo determinante il comportamento dei singoli e l'adozione o il rifiuto delle norme di sicurezza.
Questo perché parallelamente al bisogno di critica, cambiamento e crescita il gruppo soddisfa anche il bisogno di appartenenza ad una comunità in cui specchiarsi e confrontarsi e da cui ricevere riconoscimento, rassicurazione e sostegno. Capita così che per dimostrare la propria appartenenza al gruppo, e quindi confermare la propria identità, si mettano in atto comportamenti rischiosi quali il consumo di alcolici, l’uso e l’abuso di sostanze (droghe di vario tipo), comportamenti devianti, una attività sessuale promiscua o non sicura, uno stile di guida spericolato e disattento (per non parlare delle sfide fra pari o in gruppo).
Per comprendere e non già valutare il fenomeno (cosa che avrebbe l’effetto contrario di allontanare il ragazzo) dobbiamo tenere presenti le funzioni che assolvono. Sebbene siano dannosi dal punto di vista fisico, psichico e sociale, e quindi condannabili/sanzionabili da parte degli adulti in generale, e dei genitori in particolare(fortemente preoccupati per i risvolti talora gravi e per l’incapacità di gestire il fenomeno), sembrano fornire all’adolescente una via di uscita dalle insicurezze e dalle incertezze sperimentate in questa fase della vita.
In conclusione, essi vengono ricercati poiché permettono di raggiungere obiettivi fondamentali come già citato sopra quali l’affermazione della propria identità e la costruzione di relazioni sociali e affettive all’interno del gruppo.
Fondamentale quindi fornire informazioni complete e competenze specifiche su tali tematiche per favorire nei ragazzi un maggior grado di responsabilizzazione e consapevolezza e incoraggiarli a sviluppare un modello di vita coerente e critico, basato su scelte valoriali mature e autonome.