Salve, avrei la seguente domanda agli specialisti psicologi o psichiatri. Sono una ragazza e ho da poco scoperto di essere incinta. Per varie ragioni che ora spiegherò ho deciso di non frequentare né far conoscere il mio futuro bambino a mia madre in quanto la reputo una persona malvagia, anaffettiva e pericolosa. Mia madre, infatti ha sempre mostrato disinteresse totale per me e i miei fratelli, non chiede mai di me o di loro, se non quando ha bisogno di qualcosa. Ha sempre detto bugie sul nostro conto, ci ha fatto innumerevoli dispetti, ha rubato in casa nostra, ha sempre cercato di seminare zizzania nel rapporto nostro con nostro padre e con mio marito arrivando a dire bugie pesantissime su di loro per infamarli ai nostri occhi ( miei e dei miei fratelli). Quando i miei fratelli erano ancora minorenni, ha minacciato e ricattato per anni mio padre, lo minacciava di togliergli l’affido dei figli (i miei sono separati ), fino a che mio padre, spaventato, la “comprava” con i soldi. Ci sono molti altri episodi che potrei raccontare riguardo la pericolosità di mia madre, ne citerò solo due a scopo esemplificativo: lei è malata di disturbo bipolare, e una volta quando mio fratello aveva solamente 8 anni lui le ha detto che era matta ( ha sbagliato, ma teniamo conto che era un bambino). Lei, ridendo, gli ha detto ” tanto la mia malattia è ereditaria e anche tu ti ammalerai come me”. Le lascio immaginare i traumi che ha avuto mio fratello dopo una frase del genere. Come questa ce ne sono state molte altre, ci ha sempre detto che eravamo dei mostri, che era una disgrazia averci avuto come figli, spesso ha usato punizioni fisiche come schiaffi, sberle, per motivi futili. Un altro esempio, una volta ha fatto uno sgambetto di nascosto a una signora anziana in metro, facendola cadere per terra, solo per prendere il suo posto sulla metro. Ci sono molte altre cose anche peggiori di queste che ha fatto e che mi hanno indotto dopo anni a non volerla più vedere per proteggere la mia famiglia e il mio futuro bambino da lei. Ma c’è una cosa che vorrei sapere: quando io accuso mia madre di essere malvagia, lei dice che non è colpa sua ma della sua malattia (ripeto lei soffre di disturbo bipolare) e con questa scusa giustifica tutte le peggiori malefatte che ha fatto negli anni e che continua a fare. Io non credo a questa giustificazione perché non credo che la malattia sia in grado di togliere totalmente e fino a questo punto il libero arbitrio a una persona e la concezione del male o del bene, credo che comunque la coscienza e la capacità di discernere il bene dal male rimanga. Sbaglio? Premetto che mia madre è in cura con vari farmaci, la malattia è sotto controllo, vive da sola ed è autonoma. La mia domanda è: Mia madre è malvagia solo perché e totalmente incapace di intendere e di volere in quanto malata, ,o, come penso io, non è così? O meglio, il disturbo bipolare rende una persona incapace di libero arbitrio e quindi inaccusabile qualsiasi cosa faccia o no? Attendo con ansia delle risposte per capire se mia madre è solo una vittima della malattia o no. Grazie infinite
Risponde la dr.ssa Simona Morganti
Cara Maria,
immaginiamo quanto la scoperta di essere incinta, e quindi il fatto che diventerà madre, l’abbia portata a riflettere sul rapporto con sua madre e sul tipo di madre che è stata. Ci chiediamo se le domande che si sta e ci sta ponendo siano motivate anche dall’esigenza di pensarsi in questo nuovo ruolo e provare a capire che tipo di madre sarà lei.
L’interrogativo che lei pone è molto difficile. Ci chiede se sua madre sia capace di libero arbitrio e quindi se sia accusabile o meno, una domanda che si pone chi deve giudicare l’autore di un reato per valutare la pena da infliggere, più che uno psicologo che invece cerca di capire cosa stia alla base di alcune azioni ed emozioni. Ci dice che sua madre ha una diagnosi di disturbo bipolare. E’ una patologia molto complessa, che sicuramente crea molto disagio e difficoltà a chi ne è afflitto. Il disturbo può spiegare molti comportamenti ma non tutti. Ogni comportamento delle persone è il delicato risultato di ciò che siamo, quindi del nostro carattere, delle esperienze che abbiamo vissuto e delle eventuali patologie fisiche o psichiche presenti.
Essere una buona madre è difficile per tutti, ci chiediamo quale sia la storia personale di sua madre; certamente per lei è stata una madre non sufficientemente buona tanto da farle decidere di non farle conoscere suo figlio. Le sue motivazioni sono assolutamente da rispettare ma ci chiediamo se non stia cercando anche un motivo per assolvere sua madre, oltre che uno per non giustificarla. Deve aver sofferto molto per i suoi comportamenti ma è anche stata sufficientemente forte da costruirsi una propria vita di relazione.
Forse la “malvagità” di cui ci parla è il risultato di tanti elementi: il vissuto, il carattere, le difficoltà che il disturbo le ha causato ma anche le reazioni dell’ambiente a queste difficoltà. Un figlio ha bisogno del sostegno della propria madre e non è tenuto a capirla; la scelta di non frequentarla più per non soffrire ancora è più che legittima, senza dover né giustificarla né assolverla. Quello che le possiamo dire è di concentrarsi sulla sua esperienza di futura madre; su quanto ha la possibilità adesso di rivedere la sua storia per lasciare meno sospesi possibili in vista del nuovo ruolo che la aspetta. Il genitore protettivo che non ha avuto potrà esserlo lei per il suo futuro figlio o figlia.
Un sincero in bocca al lupo per tutto
Psicologa e Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico-relazionale, svolgo attività clinica presso Psicologia insieme, Studio Associato e Associazione onlus, di cui sono il Presidente. Responsabile dell’area violenza e dipendenza nelle relazioni svolgo in questo settore formazione per operatori e gruppi di sostegno per l’utenza.