In quest'articolo intendiamo fornire alcuni elementi utili a decidere se sia il momento di chiedere il parere di uno psicologo
di Simona Morganti
Il mondo della psicologia e psicoterapia può ancora oggi risultare poco comprensibile per chi non vi si sia mai avvicinato o non sia un addetto ai lavori. Una prima domanda che vogliamo affrontare in questo ciclo di articoli è la domanda su quando chiedere aiuto. L’eventuale richiesta puo’ riguardare sia il soggetto in questione che una persona significativa del suo contesto di appartenenza, come un figlio, un genitore, il partner, un amico.
Spesso le persone si trovano per anni ad oscillare tra il desiderio di mettere a fuoco un problema personale e l’esigenza invece di spostare l’attenzione su qualcosa altro per alleggerire la situazione ed andare avanti.
Alcune volte è opportuno in effetti alleggerire, altre volte invece si rischia di trascinare nel tempo una difficoltà che non può che peggiorare, mentre, magari, il parere di un esperto potrebbe darci spunti utili per una risoluzione o un miglioramento del disagio.
Allora come capire se è opportuno chiedere il supporto di un esperto?
A volte il confine tra una qualità di vita accettabile ed una qualità invece inadeguata a garantire un buon livello di realizzazione personale puo’ essere difficile da tracciare; ancora, ci si puo’ abituare alle difficoltà, senza accorgersi o volersi accorgere che si è insoddisfatti e che si comincia a tralasciare il raggiungimento di obiettivi che dovrebbero essere irrinunciabili per una persona adulta e matura.
Oppure si possono presentare dall’esterno problematiche che fanno soccombere.
C’è chi chiede aiuto in via preventiva, per capire, e chi si muove invece sull’emergenza estrema come un lutto, una separazione, il presentarsi di una sintomatologia o l’aggravarsi della stessa.
Riteniamo che per orientarsi si debbano tener presenti alcuni campanelli d’allarme:
la progressiva limitazione delle possibilità di scelta della persona ed il conseguente peggioramento della qualità della vita sono un buon segnale da tenere sotto controllo.
Le possibilità di scelta si possono restringere per tanti motivi diversi, come l’aggravarsi di alcune sintomatologie che limitano l’autonomia, l’insoddisfazione relazionale e quella professionale che ad un certo punto diventano insostenibili.
Ecco dunque il quando: quando aumentano le limitazioni e crescono l’insoddisfazione ed il senso di impotenza, quando la difficoltà comincia a sconfinare un po’ in tutte le aree di vita, forse è il momento di fermarsi a riflettere, alla presenza di qualcuno che ci aiuti a fare chiarezza. Ignorare questo segnale è in genere molto rischioso per la salute psicofisica della persona.
Psicologa e Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico-relazionale, svolgo attività clinica presso Psicologia insieme, Studio Associato e Associazione onlus, di cui sono il Presidente. Responsabile dell’area violenza e dipendenza nelle relazioni svolgo in questo settore formazione per operatori e gruppi di sostegno per l’utenza.