di Alessandra Schiavi
Caro Babbo Natale, quest'anno vorrei...
Cominciano così le letterine che i nostri bambini scrivono a Babbo Natale, ma poi come proseguono?
Spesso ci capita di leggere lettere che sembrano più liste della spesa che tenere richieste di poter vedere finalmente realizzato un desiderio per merito di bontà. Lunghi elenchi ricavati da studi attenti di cataloghi dei negozi di giocattoli, se non addirittura richieste di giochi che già si hanno, ma magari non griffati col cartone animato del momento.
Poi succede che a Natale i bambini scoppiano di gioia nel vedere la distesa di pacchetti, cominciano a scartare senza quasi guardare che cosa si nasconde dentro alle carte colorate e poi giocherellano con qualcosa sotto lo sguardo un po' deluso di mamma e papà che tanti sacrifici hanno fatto per assecondare tutte le richieste.
Il problema è che frequentemente i nostri bambini sono abituati a ricevere spesso e tanto. Da una parte ci sono le occasioni ufficiali come il compleanno, l'onomastico e naturalmente il Natale, e poi ci sono le occasioni "speciali"... talmente tante da diventare normalità e abitudine!
Vediamo se vi riconoscete in una di queste motivazioni di regalo speciali:
"Ti regalo quel gioco che hai visto in tv così capisci quanto ti voglio bene..."
"Sei stato proprio bravo nella verifica oppure hai fatto gol durante la partita: meriti un premio!"
"Se tutti i tuoi amici hanno questo gioco allora lo avrai anche tu!"
"Quanto ho desiderato questi giochi quando ero piccolo e non li ho mai avuti, ma posso regalarli a te!"
Tutti questi atteggiamenti mirano certamente a rendere felice vostro figlio, a fargli capire quanto tenete a lui. Senza renderci conto, però, che se diventano abitudini possono portare il bambino a confondere i sentimenti con gli oggetti. Portiamo i bambini a credere che la felicità ed il valore di una persona dipendano dagli oggetti che possiede e riceve, oppure ci sostituiamo a loro coi nostri desideri senza dare la possibilità di scoprire cosa vogliono realmente.
Vi ricordate il cartone animato della Disney Cenerentola? Le parole della canzone dicevano:
I sogni son desideri
di felicità
nel sogno non hai pensieri
esprimi con sincerità
si vede chissà se un giorno
la sorte non ti arriderà
tu sogna e spera fermamente
dimentica il presente
e il sogno realtà diverrà.
Allora la proposta provocatoria è di fare ai nostri figli il regalo più grande: doniamo loro il desiderio. Aspettiamo ad assecondare subito le loro richieste, lasciamo che diventino veri desideri, pensati e sognati. Aiutiamoli a capire che le cose che si desiderano vanno conquistate e che non tutto è dovuto. Gli faremo un regalo che dura per tutta la vita!
Se li educhiamo all'attesa forse riusciremo a limitare il meccanismo, molto frequente nella nostra società, della gratificazione immediata, che genera tanta infelicità quando le aspettative di ottenere quello che si vuole quando lo si vuole vengono deluse.
Gli insegneremo la pazienza, ad apprezzare ciò che si riceve. Soprattutto impareranno che il loro valore non dipende dai premi che ricevono e che l'affetto non si misura con gli oggetti.
Il regalo più grande sarà per voi, genitori, nel vedere l'enorme gioia negli occhi dei vostri bambini nel ricevere qualcosa di veramente desiderato...
La tendenza a sostotuirci ai desideri dei nostri figli oltre che con i regali anche con gli impegni che occupano le loro giornate, se esasperata può essere molto dannosa; è stata definita una sindrome che descrive queste situazioni: la sindrome dell'overparenting.
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Psicologa psicoterapeuta, con l'Associazione “Psicologia Insieme” onlus, svolgo attività di informazione e promozione del benessere psicologico con servizi di orientamento psicologico e progetti nelle scuole. Socio dello Studio Associato Centro Studi e Terapia Psicologia Insieme con attività di consulenza e psicoterapia con problematiche legate all’ansia, all’autostima, alla depressione, alle relazioni, alle nuove dipendenze ed alla genitorialità, formazione agli operatori.