Buongiorno,
ho 31 anni e il mio problema è che essenzialmente da sempre ho avuto paura nel relazionarmi con le altre persone.
Fin da quando ero piccolissimo ricordo di essere stato affetto da un'insicurezza esagerata, dalla paura di essere respinto dagli altri. Le esperienze di vita non mi hanno aiutato in questo: da ragazzo sono stato vittima di bullismo, spesso deriso e umiliato.
Ho sperato che le cose cambiassero con il tempo, pensavo che avrei conosciuto altre persone e frequentato altri ambienti nei quali mi sarei trovato meglio, ma così non è stato. Anzi questa insicurezza è andata aumentando e mi ha impedito di fatto di crearmi delle amicizie e di avere rapporti con l'atro sesso. Oggi posso dire di non avere amici, in effetti non ho mai avuto una relazione con una donna e questo mi fa sentire una persona incompiuta. Ho ricevuto molti rifiuti, che ho giustificato per anni pensando che "non fossero le persone giuste per me", che non fossero in grado di capirmi; ma oggi so che il problema sono io. Anche recentemente ho conosciuto una persona che sembrava simile a me per interessi ed inclinazioni, con la quale mi trovavo benissimo e pensavo potesse esserci la possibilità almeno di un rapporto di amicizia; lei stessa aveva mostrato di apprezzare le nostre affinità. Ho cercato con molta prudenza di avviare un rapporto, ma poi di fronte a una sua sopravvenuta freddezza che mi ha lasciato ferito ho deciso di non cercarla più, per non rischiare di rendermi ridicolo o addirittura oppressivo, ed anche per non soffrire ulteriormente. Sembra che io venga sempre visto come una persona estremamente ombrosa e "strana", molte persone sono diffidenti verso di me e così io sono entrato in un circolo vizioso per il quale finisco per isolarmi in ogni ambiente in cui sto, all'università ed al lavoro per esempio. Ho molta vergogna a parlare di me, tanto da vergognarmi persino in questo momento, ed è difficile perciò per me iniziare una terapia.
A 31 anni si è ancora giovani, credo, ma io invece mi sento spesso stanco, vecchio e solo, nonostante faccia parte di una famiglia numerosa non posso fare a meno di pensare ad un futuro di estrema solitudine, anche perchè la mia famiglia a volte mi appare come una gabbia dalla quale fuggire, non essendo affiancata da una vita sociale. Non so proprio che fare, tutto ciò influisce tra l'altro negativamente anche sulla mia capacità di concentrazione e credo mi porti a svolgere il mio lavoro attuale con una qualità molto al di sotto delle mie possibilità. Oltre tutto, ho un lavoro precario.
Grazie per i vostri suggerimenti, cordiali saluti. (Roberto)
Risponde l'équipe dell'Associazione:
Caro Roberto,
comprendiamo il suo disagio: deve essere frustrante portarsi dietro da sempre una sensazione di insicurezza e una paura di relazionarsi. Vorremmo però sottolineare che nonostante queste sue difficoltà lei abbia un lavoro, anche se ci dice che è precario, ed ha comunque provato a relazionarsi con l’altro sesso anche se ha ottenuto dei rifiuti. Ci sembra di capire che proprio la paura di essere rifiutato, di sentirsi ridicolo la porti a non valorizzare il suo ruolo in un’eventuale relazione con l’altro sesso. Infatti, come ci ha raccontato, quando ha conosciuto una persona, di fronte alla sua freddezza ha preferito non cercarla più piuttosto che affrontare la situazione per paura di sembrare ridicolo ed oppressivo. Proprio il confronto con questa persona, però, l’avrebbe aiutata a comprendere il motivo della fine della sua relazione, a capire che cosa non le ha permesso di continuare il vostro rapposto e come ciò avrebbe potuto aiutarla a comprendere meglio se stesso. Anche la sua richiesta di aiuto alla nostra associazione, ci fa capire che lei vuole provare a migliorare la sua vita, che non ha più voglia di sentirsi solo, vecchio e stanco. Ci ha anche raccontato che nonostante lei abbia una famiglia numerosa lei si sente solo e senza vita sociale. Sicuramente questo aspetto, non l’ha aiutata a mettersi in relazione con gli altri, ad avere la possibilità di socializzare. Provi a chiedersi quanto l’essere stata vittima di bullismo abbia caratterizzato la sua vita e non le ha permesso di credere nella possibilità di uscire da questo stato di passività che l’ha resa vittima. Le consigliamo di provare a superare la difficoltà che sente nell’iniziare una terapia perché proprio la possibilità di mettersi in relazione con un terapeuta la potrà aiutare a gestire le relazioni con gli altri.
Un saluto sincero