Ogni anno la solita storia: carico la macchina per andare in vacanza e, accanto alla valigia, la borsa per la spiaggia, la bici pieghevole e altre innumerevoli cianfrusaglie inutili c’è un piccolo spazio per lo zaino con dentro il computer, alcuni manuali di test diagnostici che mi riprometto di studiare da tempo, agenda e blocco appunti per eventuali progetti da sviluppare nell’inverno successivo … ovviamente, alla fine della vacanza lo zaino viene ricaricato in macchina esattamente come ci è arrivato: non è stato aperto neanche per sbaglio e tutto, là dentro, è rimasto identico a prima. La cosa incredibile è che questo “rituale” si ripete da circa 36 anni, da quando cioè ho iniziato la prima elementare.
Ho notato però, con grande sollievo, che non sono la sola ad agire così e che ai miei nipoti, ai figli dei miei amici, ai miei colleghi (non a tutti per la verità!) capita più o meno la stessa cosa: sarà quindi una malattia epidemica estiva? O forse la nostra mente, quando siamo in vacanza, rifiuta qualsiasi manifestazione di “senso del dovere” per poi rimettersi in carreggiata a settembre con la ripresa delle varie attività? Forse è proprio questo il senso delle vacanze?
In questo periodo dell’anno i dibattiti sull’argomento sono molto accesi e vedono genitori, insegnanti e esperti del settore confrontarsi con toni a volte fin troppo appassionati. A mio parere i compiti delle vacanze sono utili soprattutto per gli studenti italiani che, avendo tre mesi consecutivi di stop, potrebbero dimenticare molte cose apprese durante l’anno. Li vedo invece decisamente inutili se non dannosi durante le vacanze di Natale e di Pasqua o nei fine settimana quando cioè lo stacco dalla routine scolastica è breve e sarebbe forse necessario un po’ di riposo per i più piccoli e un po’ di tempo per rimettersi in pari con gli argomenti di studio per i più grandi (a patto che siano abbastanza responsabili da prendere questa iniziativa in autonomia).
1. I primi giorni di vacanza lasciate i vostri figli totalmente liberi di decidere come organizzarsi: se vogliono cominciare subito a fare i compiti benissimo, incoraggiateli e assecondateli ma se non hanno voglia non è un problema: una settimana, 10 giorni di totale stacco potrebbero essere molto utili per ricaricare le batterie;
2. Dalla fine di giugno però bisogna cominciare ad organizzarsi: serve una vera e propria tabella di marcia da concordare insieme a loro. Individuate due, massimo tre giorni a settimana da dedicare ai compiti, stabilite l’orario che, possibilmente, dovrebbe essere sempre lo stesso e non dovrebbe superare un’ora/un’ora e mezza per i bambini della primaria e un paio d’ore per i ragazzi della secondaria. Cercate anche di suddividere le materie: ad esempio, lunedì italiano, giovedì matematica.
3. Nel tempo in cui i vostri figli fanno i compiti cercate di non distrarli facendo voi cose troppo allettanti per loro. Quindi non andate al parco o in piscina con l’altro figlio! Ad esempio potreste organizzarvi in modo tale che mentre loro studiano voi fate un po’ del vostro lavoro o qualche faccenda domestica (stirare o pulire i vetri, attività notoriamente noiose) in modo tale che per voi sia possibile monitorare a distanza il loro lavoro e per loro sia più semplice comprendere che anche in vacanza ciascuno continua a svolgere, se pur in maniera ridotta, il proprio dovere.
4. Se vedete che vostro figlio si rifiuta di seguire il programma e accampa mille scuse per sottrarsi ai compiti, provate ad avviare un piano di rinforzo basato su premi e ricompense: potete utilizzare la formula del contratto educativo o della token economy.
5. Se durante l’estate avete in programma un viaggio in una città d’arte o una breve vacanza al mare o in montagna, non fategli portare i libri: in questo caso vale la regola “in vacanza senza zaino”!
Resti in città quasi tutta l’estate e non hai possibilità di seguire tuo figlio nei compiti? Oppure hai bisogno di un aiuto per fargli recuperare qualche materia? O vuoi approfittare dell’estate per fare un po’ di potenziamento nelle materie in cui ha più difficoltà? Se sei a Roma noi ci siamo: il Polo Scolastico dell’Associazione resta aperto!
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Psicologa, specializzata in psicologia scolastica e DSA. Svolgo attività di consulenza privata e riabilitazione per ragazzi con DSA e lavoro come psicologa scolastica nell’ambito di progetti di istituto rivolti sia alle insegnanti che agli alunni. Sono responsabile dell’Area Scuola dell’Associazione Psicologia Insieme Onlus. Faccio parte del Gruppo di Lavoro in Psicologia Scolastica dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.