Salve, sono un ragazzo di 23 anni.
Vi scrivo perchè da qualche mese a questa parte il mio rapporto con la mia ragazza ha preso una piega strana: per due anni abbiamo sempre parlato di tutto, affrontando insieme ogni problema che si poneva fra noi (problemi di incomprensione, di convivenza, decisioni contrastanti..), e mi sono sempre sentito felice, anche perchè condividiamo degli interessi e viaggiamo spesso insieme, trovandoci bene a parlare di tutto; premetto che il resto della mia vita va "abbastanza" bene: all'università sono in tempo con gli esami, ma questo è il primo anno di laurea magistrale e ne sto sentendo un po' il peso, con mia madre litigo a volte ma la discussione cade dopo qualche minuto e cala la serenità senza risentimenti; per quanto riguarda la mia ragazza invece, il problema è nato durante l'ultima sessione d'esami, quando ho iniziato ad essere suscettibile ad ogni sua piccola imprecisione o incomprensione; tutte le volte che mi succede mi sento come rabbuiato, e non mi rendo conto che le faccio del male con le parole che le dico dopo, mentre cerco di raddrizzare una questione su cui in realtà non ci sarebbe nemmeno da discutere, tanto è superficiale, è principalmente di forma.
Inoltre mi capita spesso di pensare ad altro anche durante la discussione, come se mi stessi stancando di vivere situazioni del genere, eppure io vorrei solo tornare felice con la mia ragazza come siamo sempre stati, dato che non è cambiato nulla di grosso tra di noi.
E' la prima volta che chiedo un aiuto di questo tipo, purtroppo i miei amici sono talmente pieni di impegni che non me la sento di tediarli con i miei discorsi, che visti da fuori (dal mio fuori) sembrano così banali, mentre quando li vivo sembrano la fine del mondo. (Marco)
Dopo la separazione ho instaurato una relazione con una donna, anch'essa separata, durata circa 5 anni. Questa storia si è interrotta ed ho iniziato una nuova relazione durata anche questa circa 5 anni. Il punto è che non ho mai interrotto i contatti con la prima compagna (non la moglie) ed è, dopo un poco, iniziato un calvario di lascia e prendi, poichè quando sono con una donna, mi manca ed ho paura di perdere l'altra, e quando torno con l'altra, mi manca ed ho paura di perdere la prima. Io mi sento di amarle entrambe e non so come fare, non serve dire "cerca di fare chiarezza in te stesso", non mi aiuta, ci ho provato senza alcun esito. E' una situazione terribile che genera enormi sofferenze a me sempre e periodicamente ad ognuna di loro. Se possibile, aiutatemi. (Michele)
Salve,
è da anni ( da sempre) che nella mia famiglia vivo in una condizione di forte difficoltà, sento di essere vittima di violenza sopratutto psicologica a cui ho reagito passivamente svalutando me stessa e sviluppando forti difficoltà nelle relazioni interpersonali. Ultimamente, dopo fallimenti seguiti da anni di depressione,ho cercato e cerco di reagire, ma tutto mi si ritorce contro.Sono divenuta aggressiva e mi sento fortemente in colpa per questo, non riesco a vivere una vita indipendente e dignitosa.Non ho più relazioni sociali, affetti o amicizie.Non lavoro.Le mie giornate si ripetono tutte uguali tra loro, bado alla casa, alle necessità degli altri . Tra me e la mia famiglia vi è un forte distacco emotivo. Sono profondamente egoisti, mi riversano addosso le loro ansie o scaricano su di me le frustrazioni, ma non si curano dei miei sentimenti, mi lasciano sola e sembrano incuranti del fatto che non ho prospettive future. Non riesco a capire se la loro è una reale indiffer
enza o se è un profondo rancore.Come posso sbloccarmi e liberarmi dalle dinamiche perverse insite nei mie rapporti familiari. P.S. tutti i miei familiari hanno o hanno avuto problematiche psicologiche o psichiatriche (mia madre ha vissuto periodi di depressione, mio fratello è in cura con antipsicotici, mia sorella vive da anni disturbi del comportamento alimentare)G.R
Salve ho visitato vari medici e ognuno ha detto una cosa diversa o un po' diversa. Alcuni che avrei il doc, altri che ho anche un disturbo di personalità e depressione bipolare. Il mio problema fondamentale è che ho spesso ansia da prestazione, sensi di colpa e dubbi connessi e senso di inadeguatezza, spesso rispondo a queste sensazioni arrabbiandomi, con odio verso la morale ecc... perchè mi sento assediato. Sono stufo di questi dubbi morali e sensi di colpa e ansia da prestazione per paura di apparire inadeguato e in grave difetto. Non riesco a tollerare le mie eventuali imperfezioni e sensi colpa. Rimugino continuamente su un problema che puo' essere di natura morale, psicologico e emozionale... e altro... Quindi spesso rispondo con rabbia e odio e (forse) per compensare ho voglia di affermarmi ambendo a qualcosa di grandioso per me. Mi chiedevo se eventualmente questi disturbi siano la causa di una personalità narcisistica, oppure un eventuale personalità narcisistica può essere l'effetto di questo senso di inadeguatezza generale? Spesso mi sento sempre giudicato e tendo, siccome mi sento magari moralmente imperfetto, a dare ragione alle accuse o giudizi che altre persone hanno su di me. Non so cosa fare, ho molti dubbi. Ma la personalità narcisistica non è quando ti senti perfetto, già al massimo? Oppure ho una personalità ossessiva compulsiva? Aiutatemi. (Dario)
Mi dicono tutti che sono una egocentrica, isterica, bambina, mi arrabbio facilmente e sono troppo permalosa, in poche parole ho un carattere che fa schifo... ho problemi con amici, famiglia e con il mio ragazzo a causa di questo carattere e vorrei sapere come cambiarlo e capire perché sono così. Cosa devo fare? odio il mio carattere ma non riesco a fare niente per cambiarlo. (Viola)
Buongiorno,
ho 31 anni e il mio problema è che essenzialmente da sempre ho avuto paura nel relazionarmi con le altre persone.
Fin da quando ero piccolissimo ricordo di essere stato affetto da un'insicurezza esagerata, dalla paura di essere respinto dagli altri. Le esperienze di vita non mi hanno aiutato in questo: da ragazzo sono stato vittima di bullismo, spesso deriso e umiliato.
Ho sperato che le cose cambiassero con il tempo, pensavo che avrei conosciuto altre persone e frequentato altri ambienti nei quali mi sarei trovato meglio, ma così non è stato. Anzi questa insicurezza è andata aumentando e mi ha impedito di fatto di crearmi delle amicizie e di avere rapporti con l'atro sesso. Oggi posso dire di non avere amici, in effetti non ho mai avuto una relazione con una donna e questo mi fa sentire una persona incompiuta. Ho ricevuto molti rifiuti, che ho giustificato per anni pensando che "non fossero le persone giuste per me", che non fossero in grado di capirmi; ma oggi so che il problema sono io. Anche recentemente ho conosciuto una persona che sembrava simile a me per interessi ed inclinazioni, con la quale mi trovavo benissimo e pensavo potesse esserci la possibilità almeno di un rapporto di amicizia; lei stessa aveva mostrato di apprezzare le nostre affinità. Ho cercato con molta prudenza di avviare un rapporto, ma poi di fronte a una sua sopravvenuta freddezza che mi ha lasciato ferito ho deciso di non cercarla più, per non rischiare di rendermi ridicolo o addirittura oppressivo, ed anche per non soffrire ulteriormente. Sembra che io venga sempre visto come una persona estremamente ombrosa e "strana", molte persone sono diffidenti verso di me e così io sono entrato in un circolo vizioso per il quale finisco per isolarmi in ogni ambiente in cui sto, all'università ed al lavoro per esempio. Ho molta vergogna a parlare di me, tanto da vergognarmi persino in questo momento, ed è difficile perciò per me iniziare una terapia.
A 31 anni si è ancora giovani, credo, ma io invece mi sento spesso stanco, vecchio e solo, nonostante faccia parte di una famiglia numerosa non posso fare a meno di pensare ad un futuro di estrema solitudine, anche perchè la mia famiglia a volte mi appare come una gabbia dalla quale fuggire, non essendo affiancata da una vita sociale. Non so proprio che fare, tutto ciò influisce tra l'altro negativamente anche sulla mia capacità di concentrazione e credo mi porti a svolgere il mio lavoro attuale con una qualità molto al di sotto delle mie possibilità. Oltre tutto, ho un lavoro precario.
Grazie per i vostri suggerimenti, cordiali saluti. (Roberto)