Qualche giorno fa c'è stato l'evento "Adolescenti tra videogames e social" organizzato dall'Associazione genitori della scuola media Vidoletti di Varese e dagli ideatori del progetto "Social Gang". L'incontro è stato molto interessante soprattutto perché ad accompagnare i presenti in questo viaggio nel controverso mondo virtuale sono stati due ragazzi di 16 e 14 anni. Paolo e Michele (i nomi sono di fantasia) sono stati estremamente efficaci nello sviscerare le diverse preoccupazioni degli adulti fornendo considerazioni lucide e consapevoli sui paventati pericoli legati a questa fetta di mondo per molti poco conosciuta.
Il mondo virtuale può dare a genitori ed educatori la sensazione di estraneità da qualcosa che invece appartiene a tutti gli effetti alla vita dei ragazzi, assolutamente integrato in quella che è la loro concezione della vita, al punto da rendere quasi inopportuno il concetto di realtà virtuale.
Da questo nascono diversi atteggiamenti che possono creare una distanza nel rapporto coi figli: demonizziamo videogiochi e internet pensando che siano la causa di tutti i mali a cui seguono limitazioni eccessive più dannose che altro, negazione di una valenza relazionale che, anche se diversa da quella per noi più familiare, esiste eccome, per arrivare alla svalutazione con considerazioni sul tempo "perso" davanti ad uno schermo, e ancora peggio alla superficialità di chi non si rende conto di lasciare liberi i propri figli di accedere ad un mondo pieno di stimoli interessantissimi, ma anche di contenuti e contatti potenzialmente pericolosi se affrontati con inconsapevolezza.
Una soluzione per colmare questa distanza c'è e Paolo e Michele ce ne hanno dato prova con la loro lezione sui videogiochi: facciamoci raccontare dai nostri figli questo pezzo di mondo a noi più sconosciuto e per loro così naturale, lasciamoci accompagnare, interroghiamoli con genuino desiderio di conoscenza di qualcosa di affascinante invece che con un interrogatorio carico d'ansia alla ricerca del male.
Da quando nascono ogni giorno siamo noi a raccontare il mondo ai bambini, glielo descriviamo con i nostri occhi e con la nostra esperienza accompagnandoli alla scoperta di tutto il bello che li circonda e dando significato a quello che ancora non conoscono, insegnamo a riconoscere i pericoli e cerchiamo di fornire gli strumenti per affrontarli quando sono inevitabili. Quanti mostri abbiamo fatto scappare affrontando insieme le paure... forse i nostri figli possono aiutarci a scacciarne qualcuno virutale e mostrarcene qualche altro in modo da poterlo gestire insieme.
Allora proviamo a chiedere di raccontarci che cosa fanno in rete, di aiutarci a comprendere con il loro punto di vista questo mondo per noi un po' sconosciuto. Mostriamoci disponibili ad imparare cercando di mettere da parte i nostri pregiudizi e ascoltando cosa cercano e trovano nel mondo viturale.
Tanti sono i vantaggi:
In aggiunta a tutto questo potremo affrontare insieme le cose che li preoccupano, partendo da una posizione condivisa.
Pensiamo all'attuale dibattito su blue whale. Potremmo cercare insieme informazioni per conoscere meglio di che si tratta, avendo un'attenzione in più a che le fonti siano attendibili e serie, discutere di quali possano essere i pericoli effettivi, riflettere insieme se sia possibile che qualcuno possa spingere un'altra persona al suicidio in assenza di un forte disagio già esistente, potremmo addirittura parlare di quali sono per loro le fonti di questo disagio e percepire eventuali segnali a cui porre attenzione.
Tanti sono i temi che speso fatichiamo ad affrontare con i ragazzi ed un viaggio nel loro mondo raccontato da loro può offrirci tantissime buone occasioni.
Provate, sono sicura che sarete sorpresi dalle loro risposte.
Psicologa psicoterapeuta, con l'Associazione “Psicologia Insieme” onlus, svolgo attività di informazione e promozione del benessere psicologico con servizi di orientamento psicologico e progetti nelle scuole. Socio dello Studio Associato Centro Studi e Terapia Psicologia Insieme con attività di consulenza e psicoterapia con problematiche legate all’ansia, all’autostima, alla depressione, alle relazioni, alle nuove dipendenze ed alla genitorialità, formazione agli operatori.