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Pubblicato in Psicologia e Scuola

Psicologi in cerca di nuovi mercati In evidenza

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18 Ott 16

PSICOLOGI IN CERCA DI NUOVI MERCATI
Ieri si è conclusa la 5° edizione del master DSA e Quadri Clinici correlati e, come sempre avviene alla fine di un bel percorso formativo, si è fatto un bilancio di quello che è stato e, soprattutto, di quello che potrebbe essere: in questi mesi di formazione sono emerse una serie di criticità sul ruolo dello psicologo ma, cosa fondamentale, ci sono state idee e proposte per esplorare nuove nicchie di mercato e strade alternative per raggiungerle.

Nel 2010, esattamente 4 mesi prima l’approvazione della legge 170, su “Il sole 24 ore” compariva questo articolo:


“…già dal 2004 il mercato non è più in grado di assorbire la crescita costante di psicologi: gli iscritti all'albo sono 80mila, solo 40mila lavorano ma una buona metà non ha un reddito adeguato. Il problema è che molti ragazzi studiano psicologia sperando di operare in ambito clinico, che è però il più inflazionato… Ferma restando la saturazione del mercato, è comunque possibile individuare settori che offrono buoni sbocchi professionali o che si svilupperanno nell'immediato futuro… Anche in ambito scolastico siamo indietro, perché manca una normativa che stabilisca la presenza di uno psicologo negli istituti scolastici anche se molte scuole vi fanno ricorso per progetti specifici. È possibile prevedere nel prossimo futuro un certo sviluppo”.
E ancora: “…le maggiori opportunità di lavoro derivano dall’attività libero professionale privata. I più richiesti sono gli specialisti in disturbi dell’apprendimento, potenziamento cognitivo in caso di ritardi mentali, trattamento dei bambini con autismo…”.

È necessario porsi delle domande e fare delle riflessioni.

L’ondata di possibilità lavorative nel settore dei DSA è già passata? Forse sì…o forse no, ma va ripensata: se fino a pochi anni fa era “sufficiente” specializzarsi nella diagnosi e nel trattamento per poter lavorare, oggi questo potrebbe non bastare più. Alla luce dello scenario attuale i motivi sono sostanzialmente due:
    1. Poca chiarezza e uniformità rispetto a chi può effettuare la diagnosi: in alcune regioni è più chiaro, in altre meno, di fatto sarà difficile per un privato lavorare con continuità in questo    settore e, anche se è necessario e indispensabile conoscere bene tutta la procedura diagnostica, potrebbe non bastare più;
   2. La riabilitazione viene spesso affidata ai logopedisti e le famiglie non sempre riescono a cogliere ciò che differenzia l’intervento del logopedista da quello dello psicologo che, oltre a  lavorare sugli “aspetti tecnici” delle abilità di lettura, scrittura e calcolo, cura gli aspetti meta cognitivi del processo di apprendimento e interviene sul piano emotivo realizzando così un  trattamento che può essere definito “multimodale”.

Cosa fare quindi se si vuole avviare un servizio indirizzato ai DSA o se si vuole incrementare l’attività di uno studio già avviato in questo ambito? Quello che ti suggerisco è di applicare i principi del marketing al tuo ambito lavorativo attraverso tre strategie:

  1° strategia: scegliere con cura il target di riferimento ed evitare di immettersi sul mercato come psicologo generico o tuttofare .
   Effetto: farsi riconoscere dal mercato come esperto in un settore ben preciso e quindi preparato, aggiornato, specializzato (ma dobbiamo essere veramente preparati, aggiornati e    specializzati!).

 2° strategia: trovare il modo migliore per contattare i potenziali clienti attraverso una operazione di autopromozione mirata. Ad esempio se il mio target sono le famiglie andrò a cercare  tutti i posti che sono frequentati principalmente dalle famiglie (possono essere negozi di libri per bambini come pure quelli di vestiti, pediatri, ludoteche, parrocchia, associazioni sportive,  scuole di musica…)
   Effetto: circoscrivere le azioni di autopromozione (non solo intese come materiale cartaceo come brochure, volantini o biglietti da visita) e non sprecare energie, tempo e soldi in  pubblicità “a pioggia”, spesso inutile.
 3° strategia: creare un bisogno nei potenziali clienti cioè cercare di offrire un servizio che possa migliorare lo stile di vita del target individuato. Ma per far questo devi aver chiaro  l’argomento e devi studiare approfonditamente tutte le implicazioni che derivano dal disagio che vuoi trattare.
   Effetto: generare nel cliente l’idea che ciò che gli viene proposto è indispensabile.

Quali sono gli ingredienti base per realizzare un piano di azione efficace? CREATIVITÀ E CONOSCENZA APPROFONDITA DELL’ARGOMENTO. Questi due elementi ti aiuteranno a trovare le idee migliori; ricorda però che LE BUONE IDEE NASCONO DALLA COLLISIONE DI TANTE PICCOLE INTUIZIONI che, nel momento in cui si incontrano/scontrano generano un EFFETTO CHE È MAGGIORE DELLA SOMMA DELLE PARTI, DANDO COSÌ VITA ALL’IDEA VINCENTE…ma c’è bisogno di un periodo di incubazione, di tempo perché avvenga questa trasformazione.



È per questo che le idee migliori nascono da un confronto costante e duraturo tra persone.

La condivisione e la capacità di mettere insieme tante piccole intuizioni sono fondamentali: se hai bisogno di riordinare le idee e vuoi una consulenza gratuita su come avviare un servizio per i dsa o su come proporre un progetto che ritieni vincente in questo ambito compila il form. 

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Letto 4377 volte Aggiornato: Sabato, 22 Ottobre 2016 20:48

Blog a cura di:

Letizia Moretti

Psicologa, specializzata in psicologia scolastica e DSA. Svolgo attività di consulenza privata e riabilitazione per ragazzi con DSA e lavoro come psicologa scolastica nell’ambito di progetti di istituto rivolti sia alle insegnanti che agli alunni. Sono responsabile dell’Area Scuola dell’Associazione Psicologia Insieme Onlus. Faccio parte del Gruppo di Lavoro in Psicologia Scolastica dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.

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