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Giovedì, 14 Febbraio 2013 11:39

Perchè un master sulle metodologie e le tecniche didattiche

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Questo articolo spiega quale puo' essere l'importanza della sperimentazione e acquisizione di nuove metodologie e tecniche d'insegnamento alla luce dei cambiamenti richiesti dalla società attuale.

di Letizia Moretti

 

Quando abbiamo cominciato a progettare un MASTER BREVE IN METODOLOGIE DIDATTICHE, l’abbiamo fatto pensando ai cambiamenti che la scuola ha subito in questi ultimi decenni: è lo scenario economico, scientifico, sociale e culturale degli ultimi 20-30 anni ad essere rapidamente cambiato, la struttura produttiva è in continua trasformazione, aumenta la velocità delle comunicazioni e le ondate migratorie fanno, della società multiculturale, una realtà in evoluzione e alla continua ricerca di equilibrio e stabilità.

L’istituzione scolastica oggi non rappresenta più soltanto l’ambiente principe per la trasmissione di sapere, ma è il luogo in cui i ragazzi si incontrano, fanno amicizie, si scambiano le loro esperienze, imparano a vivere secondo le regole del gruppo, e sono ormai numerose le testimonianze di studiosi ed esperti circa la necessità di riflettere e ripensare le finalità educative della scuola per armonizzarle con le esigenze della società attuale in continua e rapida trasformazione.

Affermano D. W. Johnson e R. T. Johnson (Learning together and alone. Cooperative, competitive, and individualistic learning. 5th ed. Boston, MA: Allyn & Bacon. 1999):

«È tempo di cambiare da un paradigma di conduzione della classe fondato sull’egoismo e egocentrismo ad uno fondato sulla comunità, sul coinvolgimento personale, e sul prendersi cura degli altri. È tempo per i sistemi di conduzione della classe di andare oltre il comportamentismo, con la sua rilevanza per il proprio interesse e il comportamento per conseguire ricompense estrinseche e punizioni da evitare, verso sistemi di conduzione della classe che sono fondati su un ambiente positivo di apprendimento costruito su tre programmi interconnessi: comunità cooperativa, soluzione costruttiva del conflitto e valori di cittadinanza. Per stabilire una comunità che apprende, la cooperazione deve essere con attenzione strutturata a tutti i livelli di scuola. Per mantenere la comunità che apprende, le procedure di soluzione costruttiva del conflitto devono essere insegnate a tutti i membri della scuola, i valori di cittadinanza devono essere presenti in tutti i membri della scuola»

Le nuove generazioni hanno bisogno di acquisire e sviluppare abilità nella gestione delle informazioni e delle relazioni interpersonali, devono “imparare ad imparare”, e fare propri gli strumenti per essere in grado di farlo tutta la vita. La scuola non può più essere solo il luogo dove acquisire conoscenze, deve adeguarsi al ritmo delle trasformazioni sociali e delle innovazioni tecnologiche che caratterizzano lo sviluppo della società contemporanea, deve formare competenze e capacità di adattamento. Insegnare non può più significare “curricolo e istruzione”, ma deve diventare anche gestire la classe, motivare gli studenti ad apprendere e cercare di soddisfare i loro bisogni individuali. Si chiede dunque alla scuola di fornire le strategie per imparare ad apprendere più che le nozioni, perché gli studenti del futuro avranno sempre più bisogno di trovare e produrre conoscenze anziché possederne un repertorio stabile.

La “gestione della classe”, ai fini della costruzione di un clima favorevole all’ap­prendimento, appare sempre più difficile. L’urgenza di interventi diversificati rende assai complicata la possibilità di fornire una risposta individualizzata o adeguata ai bisogni (motivazionali, valoriali, riflessivi, comportamentali, affettivi, cognitivi) di ogni singolo studente.

Il cambiamento del contesto di lavoro quotidiano ha costretto gli insegnanti a spostare l’attenzione dai bisogni cognitivi a quelli comportamentali o educativi generali. Sempre più in questi anni è cresciuta l’urgenza di una preparazione non ristretta all’ambito disciplinare, ma estesa a quello educativo e psicologico.

I contenuti culturali e gli intenti educativi delineati dalla programmazione si traducono infatti in concreta azione didattica, con l’impiego di una vasta gamma di metodi e tecniche che la pratica professionale e la ricerca hanno progressivamente messo a punto, rifinito e innovato, proseguendo incessantemente questo processo di innovazione. Una adeguata preparazione professionale comporta la conoscenza attenta degli strumenti e delle metodologie didattiche. La possibilità di far fronte alla complessità del lavoro didattico è anche condizionata dalla capacità di impiegare metodi e tecniche differenziate in rapporto alla programmazione e alle caratteristiche degli alunni. Per questo è fondamentale la padronanza, da parte di tutti i docenti, di una varietà di metodi e tecniche didattiche di base alle quali far riferimento per impostare la programmazione dell’ambiente di apprendimento e quindi l’insegnamento disciplinare specifico.

Letto 4383 volte Aggiornato: Mercoledì, 01 Giugno 2016 08:40
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Letizia Moretti

Psicologa, specializzata in psicologia scolastica e DSA. Svolgo attività di consulenza privata e riabilitazione per ragazzi con DSA e lavoro come psicologa scolastica nell’ambito di progetti di istituto rivolti sia alle insegnanti che agli alunni. Sono responsabile dell’Area Scuola dell’Associazione Psicologia Insieme Onlus. Faccio parte del Gruppo di Lavoro in Psicologia Scolastica dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.

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