Il movimento è la forma peculiare della vita, attraverso cui si dispiega il quotidiano, mette l’uomo in relazione con l’ambiente rivelando un evidente modo di essere della personalità e manifestando emozioni e sentimenti che lo stesso avverte.
Chi di noi non ricorda una o più fiabe che gli sono rimaste nel cuore dalla sua infanzia. Al di là del suo contenuto narrativo, la magia della fiaba è quella di riuscire a toccare le corde più preziose e segrete di una persona.
Le fiabe possono, infatti, essere viste come delicati interpreti dell’inconscio. Per questo motivo la fiaba può essere utilizzata come strumento utilissimo in psicoterapia.
Il mondo della scuola sta cambiando: cambiano i programmi, cambiano i soggetti operatori (per numero e in alcuni casi per ruolo: nuove figure di tecnici, esperti…) cambiano i bambini, i ragazzi, i giovani che frequentano la scuola, cambia la relazionalità a più livelli fra i vari attori. Dirigenti, insegnanti e non solo, si trovano quotidianamente di fronte a sfide sempre nuove. Queste vanno dalla “semplice” gestione del clima e della disciplina in classe a imponenti questioni metodologiche e didattiche.
Molti studi vi sono ormai nel panorama scientifico internazionale sul tema dello sviluppo psichico fetale;
alcuni di questi sono di natura sperimentale ed hanno aperto interessanti prospettive in merito alla continuità evolutiva tra gli apprendimenti precoci, in epoca fetale, e le caratteristiche psichiche manifestate dal singolo individuo dopo la nascita.
di Simona Morganti
I disturbi del comportamento alimentare rientrano tra quelle patologie che negli ultimi decenni hanno assunto un sempre maggior rilievo clinico e sociale nel mondo occidentale.
Sono problematiche molto gravi che si servono del corpo, che viene duramente colpito nelle sue funzioni, per esprimere una sofferenza profonda.
di Simona Morganti
Negli ultimi vent’anni, accanto alle problematiche relative all’uso ed abuso di sostanze stupefacenti, si è manifestata la proliferazione di dipendenze cosiddette senza droghe o non chimiche, che sono man mano diventate uno dei massimi rappresentanti della psicopatologia moderna e postmoderna; il computer, internet, il sesso, il gioco, gli acquisti, il lavoro e la sfera affettiva sono elementi legalizzati della società che talvolta smettono di svolgere il loro ruolo sociale per “incastrare” e schiavizzare l’essere umano.
di Simona Morganti
Dall’inglese bullying, il termine bullismo indica un comportamento che mira consapevolmente a fare del male, che è persistente- talvolta dura per settimane, mesi e perfino anni- e da cui è difficile difendersi. Occorre fare attenzione, però, a non confondere il bullismo con i litigi tra coetanei; la differenza è che un litigio non è né intenzionale, né ripetuto.
di Simona Morganti
In questo articolo vengono descritti i diversi elementi che compongono un efficace trattamento dei disturbi specifici di apprendimento.
di Letizia Moretti
La depressione è purtroppo un disturbo molto diffuso, si calcola infatti che ne soffra dal 10 al 15% della popolazione generale, con una frequenza maggiore tra le donne.
di Simona Morganti
Le difficoltà d’apprendimento sono state stimate intorno al 10% dell’intera popolazione scolastica; le cause vanno dal disagio socio-ambientale, al ritardo lieve nello sviluppo intellettivo, ad aspetti emotivi-relazionali per arrivare ai Disturbi Specifici di Apprendimento (con una frequenza del 4% circa).
In Italia l'affidamento familiare è regolamentato dalla Legge 184/1983, che è stata successivamente modificata dalla Legge 149/2001 e può essere consensuale se è condiviso e approvato dai genitori, giudiziale se viene disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Il processo diagnostico può essere definito una consulenza clinica che inizia e finisce attraverso delle tappe definite: l’anamnesi, i colloqui clinici, i test e la restituzione.
In questo articolo viene spiegato l'utilizzo dell'analisi bioenergetica per l'espressione del malessere e del disagio psichico e per il raggiungimento del benessere psicocorporeo.
Il Bullismo troppo spesso viene "liquidato" come un semplice "gioco da ragazzi". Se immaginiamo la figura del classico bullo viene in mente un compagno di scuola più grande che commette piccole prepotenze, che ruba la merenda, che prende in giro e che al massimo arriva a tirare un pugno.
di Simona Ruffini